mercoledì 22 settembre 2010

I miei articoli sul Web

Ho scritto alcuni articoli per importanti portali italiani di acquariofilia, come sempre lo scopo e mettere a disposizione la sempre mia poca esperienza per gli amici acquariofili che si vogliono cimentare in animali particolari e di cui esiste poca informazione; vi lascio i link:

Paguri nell'acquario marino di barriera (AP)

Granchi nel reef acquarium (AP)

Paguri dalle Maldive (AP Forum)

Adattabilità dei paguri in acquario (AP Forum)

Le Schede di Vic: Le Tridacne in Acquario.

Mi sto accingendo a comperare la mia prima tridacna e nel cercare l'informazione per non comperare bufale o animali errati ho fatto caso che sul web italiano c'e veramente molto poco, quindi ho preso in prestito un articolo del TFH (tradotto gentilmente da A. Meazza del GAEM) nella speranza che questa guida aiuti l'acquariofilo nella scelta corretta del proprio bivalve!

Le tridacne, negli ultimi tempi, sono diventate ospiti sempre più ricercati dagli appassionati di invertebrati, anche perché con le attuali tecnologie possono crescere e prosperare in acquario al pari dei coralli.
Le tridacne sono dei bivalvi con caratteristiche molto particolari; si sono evolute per sfruttare la stessa nicchia ecologica dei coralli utilizzando esattamente le stesse strategie biologiche: un chiaro esempio di convergenza evolutiva.
Entrambi i gruppi animali devono, infatti, adattarsi alle stesse condizioni ambientali: un'acqua particolarmente povera in zooplancton, fonte primaria di cibo. Quindi, per poter crescere in un'acqua così povera di nutrienti hanno dovuto sfruttare l'unica fonte energetica disponibile in abbondanza: la luce solare.

Sia le tridacne che la maggior parte dei coralli ospitano al loro interno zooxantelle, piccole alghe unicellulari (dinoflagellati) che utilizzano l'energia del sole per produrre il cibo per i loro ospiti.
Molte specie di tridacne sono oggi in pericolo di estinzione, anche se ciò non è dovuto sicuramente all'acquariofilia; la quasi totalità delle tridacne presente negli acquari proviene da allevamenti in cattività. La loro rarefazione in natura è invece dovuta alla pesca eccessiva in quanto sono alimenti prelibati nella cucina orientale. Questo prelievo ha portato alla totale estinzione di questi animali da alcune aree del Pacifico, anche se oggi si sta cercando di ovviare al prelievo in natura con la maricoltura.

Un'altra causa che nel passato ha causato la rarefazione di questi animali (soprattutto la tridacna gigante) è stato il commercio delle loro conchiglie, pratica che comunque ora è diventata illegale
La vera bellezza delle tridacne non risiede tanto nella conchiglia quanto nel cosiddetto mantello, il tessuto carnoso dove alloggiano le zooxantelle, che può assumere dei colori e dei disegni spettacolari.

Di per sé le zooxantelle appaiono di colore bruno, mentre le varie tonalità blu, verdi, viola iridescenti sono dovute ai pigmenti che si trovano in cellule specializzate chiamate iridofori. Questi pigmenti servono al bivalve per proteggersi dall'eccessiva radiazione luminosa e dai raggi ultravioletti.

Può sembrare paradossale che un animale dipendente completamente dalla luce solare si debba difendere da essa, ma un'eccessiva produzione di ossigeno da parte delle zooxantelle risulterebbe tossica. La funzione degli iridofori è che le zooxantelle ricevano abbastanza luce, ma non troppa.
Quindi, bivalvi allevati in condizioni di bassa intensità luminosa perderanno i loro colori spettacolari, in quanto gli iridofori ridurranno la quantità di pigmenti per sfruttare tutta la luce disponibile. Da ciò si deduce che la quantità di luce necessaria per avere tridacne spettacolari è di primaria importanza.

Bisogna anche tenere presente che la tridacna si mostra in tutta la sua bellezza quando viene guardata dall'alto; ciò rende sconsigliabile un posizionamento in acquario nelle zone alte vicino alla superficie (sebbene sarebbero quelle ideali), a favore di una sistemazione nella parte medio bassa. Per acquari alti fino a 45 cm saranno sufficienti ancora le lampade fluorescenti mentre per quelli più profondi si dovrà optare per quelle agli alogenuri metallici.

Le tridacne, oltre alle esigenze di luce, richiedono anche una buona qualità dell'acqua.
Molto importante la presenza di calcio, necessaria alla costruzione della conchiglia, che deve rimanere intorno a 450 mg/L per una crescita ottimale. Per comprendere l'esigenza di calcio di questi animali basta tener presente che una tridacna di circa 20 cm ha una conchiglia spessa 2,5 cm per un peso totale di ben 2 kg! Questa è la quantità di carbonato di calcio estratto dall'acqua nel corso della sua vita (per 20 cm circa 10 anni).
Oltre al calcio le tridacne necessitano anche di stronzio e di iodio.
La qualità dell'acqua va tenuta entro valori ottimali anche per quanto riguarda la sostanza organica disciolta. La crescita di alghe indesiderate sulla conchiglia o sul mantello è assolutamente da evitare.
Una differenza sostanziale tra le tridacne ed i coralli riguarda invece il movimento dell'acqua; mentre le prime preferiscono un movimento molto moderato, questi ultimi vivono in presenza di forti correnti. Le tridacne apprezzano quindi una posizione simile a quella richiesta dai Corallimorfari (Actinodiscidi).
Va tenuto presente che le tridacne vengono facilmente irritate dai coralli duri molto urticanti, come ad esempio Euphyllia, Catalaphyllia e Plerogyra. Anche le anemoni Aiptasia che crescono sulla conchiglia possono dare problemi.
Le tridacne, comunque, non devono trovarsi all'ombra di altri invertebrati o alghe e devono essere in grado di aprire la loro conchiglia il più possibile; perciò non vanno assolutamente sistemate dentro anfratti tra le rocce. Una tridacna che non riesce ad aprirsi a sufficienza morirà rapidamente.

Le tridacne si ancorano saldamente al substrato emettendo dei filamenti adesivi chiamati bissi. Per aderire al substrato quando vengono messe in acquario ci vuole qualche giorno, quindi nella fase iniziale bisogna prestare attenzione a rimetterle subito in posizione verticale se dovessero cadere. Si possono anche appoggiare tra due piccole rocce, facendo però molta attenzione che la conchiglia si possa aprire completamente.

All'atto dell'acquisto bisogna controllare che le tridacne abbiano il mantello completamente esteso, che debordi dalla conchiglia, e che si chiudano prontamente quando vengono avvicinate. Va anche controllato che la ghiandola bissale, che si trova al di sotto in un'apertura tra le due metà della conchiglia, sia in buone condizioni: deve essere pulita e non presentare strappi o parti viscide, segno di infezioni batteriche.

I potenziali pericoli per le tridacne in acquario, oltre ovviamente a balistidi, pesci angelo, pesci farfalla e grandi labridi, possono essere i granchi, stelle marine predatrici e grossi gamberi (come ad esempio lo Saron spp.).

Possono creare problemi anche gli acanturidi, i blennidi e piccoli pesci angelo (Centropyge). Soprattutto questi ultimi, andando spesso a pizzicare il mantello della tridacna, ne causano la continua chiusura e a lungo andare la morte.

Un parassitismo più insidioso è rappresentato dal parassitismo di specie piccole di lumache che vivono sulla conchiglia e si cibano dei succhi del mantello. Un'infestazione di queste ultime può causare gravi infezioni batteriche, spesso fatali. Queste lumache, appartenenti alla famiglia Pyramidellidae, sono delle dimensioni di un chicco di riso e si cibano generalmente di notte. Di giorno si nascondono tra le pieghe del mantello o vicino alla base della conchiglia.

Ci sono comunque dei pesci che per fortuna si cibano di questi parassiti: sono dei piccoli labridi del genere Pseudocheilinus (P. hexataenia, P. tetrataenia) e del genere Halicoeres.
Altri predatori potenziali delle tridacne possono essere alcuni grandi vermi, come Hermodice carnuculata.

Infine, le tridacne possono soccombere a infezioni batteriche. In questi casi si può solo provare a spostare il bivalve, ma con poche speranze. Se notate che dei gamberetti pulitori si aggregano intorno alla tridacna, è segno inconfondibile che essa sta morendo.

Attualmente i tassonomisti riconoscono otto specie di tridacnidi: T. crocea, T. derasa, T.gigas, T. maxima, T.squamosa, T. tevoroa, Hippopus hippopus e H. porcellanus.

Siccome esse variano abbastanza come esigenze di luce e grandezza che raggiungono, vediamole in dettaglio.

T. crocea è la più piccola ed a più lenta crescita tra tutti i tridacnidi, con una lunghezza massima di 23 cm. E' anche probabilmente la tridacna più colorata: il colore base è solitamente blu o viola, ma può essere anche turchese o verde scuro. I disegni (che si presentano a macchie o strisce) possono essere dorati o bronzei, blu iridescente, verde giallo, arancio o nero. La conchiglia è abbastanza liscia, con delle escrescenze appena accennate. T. crocea è l'ideale per acquari piccoli ma è anche molto esigente in fatto di luce, se si vogliono conservare i colori brillanti.

T. maxima diventa grande fino a 30 cm. Il mantello può avere disegni e colori molto variabili, abbastanza simili comunque a T. crocea. Si distingue facilmente da quest'ultima dalla conchiglia: T. maxima ha escrescenze molto più prominenti e si sviluppa più in larghezza che in altezza.

T. derasa è una delle specie più coltivate su larga scala, soprattutto per il suo valore culinario. Questa tridacna diventa grande (45-50 cm) ed è a crescita rapida. Richiede meno luce di T. maxima e T. crocea ma è meno colorata. Il mantello può essere bruno scuro o nero con disegni arancio, giallo, bianco o verdi. La conchiglia è molto liscia, con delle leggere ondulature.

T. squamosa è un'altra specie spettacolare. Cresce fino a 40 cm e può avere disegni straordinari sul mantello, con colore di base bruno e disegni blu, verdi o gialli. La conchiglia di questa specie ha escrescenze molto larghe e prominenti.

T. gigas è la vera tridacna gigante. Può raggiungere una lunghezza di 1.2 m e pesare 1/4 di tonnellata (250 kg), dei quali 65 kg di tessuto vivente. T. gigas è la tridacna a crescita più veloce e comunque, nonostante sia molto robusta, non è adatta ai normali acquari, in quanto occuperebbe ben presto tutto lo spazio disponibile.

Hippopus hippopus è un'altra specie grande (45 cm) e facile da allevare, ma molto meno colorata delle altre tridacne, con un mantello marrone o grigio e strisce dorate.

Gli altri tridacnidi, la rara e da poco scoperta T. tevoroa e H. porcellanus, sono di difficile reperibilità. La prima vive nell'Oceano Pacifico, tra le isole Figi e Tonga, a maggiori profondità, dove c'è meno luce disponibile. La seconda vive vicino alle Filippine ed ha avuto notevole calo in natura per pesca indiscriminata.
Per concludere, i bivalvi rappresentano ospiti magnifici ed innocui per gli acquari di invertebrati, ed ora che sono disponibili esemplari di allevamento ci permettiamo l'acquisto senza avere rimorsi conservazionistici. Rispettando le loro esigenze, le tridacne ci ricompenseranno con una continua crescita e lunga vita in cattività.

Alla prossima scheda!

mercoledì 15 settembre 2010

Le Schede di Vic: Neopetrolisthes


PRESENTAZIONE
Oggi come prima scheda parliamo di uno degli animali marini che preferisco, un crostaceo che almeno nel mio acquario non puo mancare.
Il Neopetrolisthes o granchio di porcellana è un granchietto simbionte degli anemoni (ma non schifa LPS e molli) di 4/5 cm al massimo che passa la sua vita dentro all'invertebrato scelto, si nutre principalmente attraverso delle setole, presente sul terzo maxillipede che si muove ritmicamente per filtrare il plancton e animali sospensori dell’acqua; sa accettare cibo se abituato anche dalle chele e non disdegna artemia, fiocchi e mysis; il suo cibo ideale in cattività rimane comunque il ciclops.

QUALCHE NOTIZIA TECNICA
Il Granchio di porcellana, della famiglia appunto dei Porcellanidae non deve essere confuso con gli altrettanto belli ma non simbionti granchi petrolisthes, i quali, con colori piu scuri ma vivaci non necessitano di invertebrati per sopravvivere e quindi scorazzano liberamente per la vasca.
Il Neopetrolisthes e il cugino Petrolisthes (al quale affibieremo una scheda piu avanti), appartangono a differenza di tutti gli altri granchi alla famiglia dei malacrostacei decapodi, cioe quella dei paguri.
Come anemoni prediligono l'Ectamea, il Radiantus e il Stichodactyla, con questi animali andrete quasi a colpo sicuro per il vostro granchietto.
I porcellana si trovano in tutto l'Indopacifico e sul Mar Rosso.

IN CATTIVITA'
Il porcellana una volta ben acclimatizzato (necessariamente come tutti i crostacei, magari con il "goccia a goccia" che non si sbaglia mai) cercherà di ambientarsi nei primi giorni in vasca, finchè non troverà il suo invertebrato dove vivere (si puo provare a farlo scendere direttamente dal sacchetto al corallo scelto da voi, ma non è detto che lo accetti), alcune volte puo scegliere un anfratto se non trova animali che lo soddisfino, in quel caso cercare sempre si far pervenire cibo al piccolino anche allungandoglielo con le pinze; una delle due cause della mortalità di questo piccolo invertebrato è proprio l'inedia a causa del piccolo esofago di cui è provvisto, cercate quindi inzialmente di coccolarlo con ciclopi e poi cercare di avvicinargli il secco.
L'altra causa di mortalità è la situazione post muta, fatica parecchio a mutare e il piu delle volte ci lascia un arto dentro alla muta (una chela, una setola o una gamba), che rimetterà alla muta successiva; per farlo mutare correttamente e necessario che mangi giornalmente e che quindi maturi una muta ottimale!
Un porcellana in vasca puo durare parecchi anni, anche 4/6 con punte di 10; veramente un matusa se consideriamo che la vita media di un crostaceo appunto è massimo di 6 anni!
Questi valori per farlo vivere bene:
Temperatura22-26°C
Densità1021-1023
Valore pH8.0-8.4
I piu comuni nei negozi sono il genere Maculatus e Oshimai.
Non esiste testimonianza di riproduzione in cattività!

LA MIA ESPERIENZA
Sono animali eccezionali che nel loro piccolo possono riservare grandi soddisfazioni, soprattutto quando inziano ad accettare cibo da te.
Io da quando l'ho conosciuto ne ho sempre uno in vasca, difficilmente mi è andato in simbiosi (euphyllia, sarco e sinularia, gli anemoni non li ha mai considerati, neppure l'ectamea).
Io inzialmente lo alimento con Ciclops Eze o surgelato, poi passo a secco come fiocchi, liofilizzato come artemia e surgelato di tutti i tipi; il tutto via pinzette avvincinadole alle antenne sensoriali che, appena scorgono il cibo drizzano assieme alle chele come un bimbo affamato.
Quando inzia a non volere piu cibo vuol dire che sta mutando (il carapace sarà parecchio sporco) e quindi è meglio lasciarlo in pace per qualche giorno pre e post muta.
Ho realizzato pure un fortunoso video sulla muta di questo animale.
Lo consiglio vivamente visto che non crea problemi a nessun animale, basta solo un po di pazienza iniziale finche non si ambienta e riceve cibo da voi, dopodichè sarà un altro piccolo spettacolo che la vstra vasca giornalmente vi regalerà!

Alla prossima!

martedì 14 settembre 2010

Aiptasia X by Red Sea



Da quando ho un acquario marino, tra le tante, ho sempre avuto il problema dei Glass Anemone, meglio consciute come Aiptasia.
Anche se ho ridotto il problema non sono mai riuscito a eliminarlo del tutto; Ho provato in primis con l'aceto di vino, ma l'aiptasia celerissima il piu delle volte si ritraeva, rilasciando la planula (anemone a stadio larvale) e quindi ritrovandomene 3 in piu il giorno dopo; dopo tentai con la rimozione meccanica, assurda ipotesi visto che si sono triplicate, infine il gambero Lysmsta Wundermani, anche lui pero preferiva di gran lunga i residui di cibo che l'anemone di vetro, prima, tra l'altro di essere stato battezzato dai miei stenopus!

Che fare? Nonostante i molti contro e i pochi pro, tra chi consiglia pesci da un etto e mezzo o chi ti indica di addestrare il Wundermani a mangiare solo aiptasie tenendolo in sala parto solo con l'anemone da mangiare (e una tecnica usata positivamente con il Mitrax e la valonia, ma con il gambero pare proprio non funzioni)...decisi insomma di provare l'Aiptasia X, prodotto della Red Sea, il video online mi aveva convinto e il prezzo (12,90€) al mio negozio di fiducia mi sembrava piuttosto sobrio.
Fatto sta che seguendo le istruzioni se ne sono andate al momento il 90% delle aiptasie, stanotte ho provato anche con Majano e giu di li (vi terrò aggiornati); tra l'altro l'anemone no si ritrae, ne pare quasi goloso e ti da una bella soddisfazione vederlo sciogliersi in qualche decina di minuti.
L'Aiptasia X inoltre è innocuo per gli altri animali in vasca e non va rimosso ne il residuo puro, ne quello con quel che rimane del micidiale anemone; quindi a questo prezzo (puoi effettuare oltre 100 applicazioni) lo consiglio vivamente!

La mia vasca..


VASCA: 160 lt. con misure 100x40x40, senza sump make by Cristal Reef Cerea (VR).
SUPPORTO: Mobile nero Juwell "Rio 180" modificato.
ILLUMINAZIONE: Elos Swing hqi 150w + 2 t8 da 30w attinici, Silver Moon by Elos.
ACCESSORI: Skimmer Deltec MCE 600 esterno, 1 Pompa Hydor Koralia 2 , 1 pompa Hydor Koralia 5200 lt/h, 1 riscaldatore NEWA da 200w, due ventoline raffreddanti.
TECNICA: Berlinese.
FOTOPERIODO: La notte e presente solo la luce lunare Silver Moon di Elos, appiccicata alle ventoline di raffreddamento, il mattino verso le 9:00 si accendono le luci attiniche che rimanangono accese fino alle 12:30 per creare l'effetto alba, alle 11:00 si accende l'HQI 150w principale fino alle 21:40, la sera verso le 20:00 si riaccendono le attiniche per il tramonto fino alle 23:00, quando e gia ripartita la luce lunare.
FONDO: Sabbia viva ganulometria fine (no sugar) bianca.
FILTRAZIONE: Rocce vive di varia provenienza pacifica per un totale di 27 kg.
INVERTEBRATI SESSILI: SPS (Fogliosa orange, Helipora), LPS (Euphyllia Glabrescens, Euphyllia Ancora, Euphillya Divisa, Caluastrea Furcata, Galaxea, Tubipora Musica, Lobopyllia, Alveopora), Soft (Sinularia, cladiella di 2 tipi, sarcopyton, Clavularia, Clavularia green, Palytoa, Zohantus, Ricordea Yuma, Actinodus, Gorgonia simbionte brown, Gorgonia simbionte viola).
DETRIVORI: Coppia di Stenopus Hyspidus, Neopetrolisthes Maculatus, Neopetrolisthes Oshimai, Petrolisthes Galattigus, Trapezia sp red, 2 Calcinus Laevimanus, 2 Calcinus Tubularis, vari clibanarius sp, Turbo sp, Lumache varie.
FILTRATORI: Spugna Haliclona blue, spugna Clhatrya
ALGHE: Colonia calcarea
PESCI: 1 parachanturus Hepatus, coppia di A. Ocellaris, 1 Gobiodon Histrio, 1 Centropyge Flavissimus, 1 Cantighaster Valentini, 1 Pseudochelinius Hexatena.
CAMBIO ACQUA: Ogni 15gg circa
INTEGRAZIONI: cibo secco granulare o fiocchi, alternato a surgelato, Pappone mescolato con surgelato( artemia, mysis, krill, uova di aragosta, ciclopi e polpa di cozza) e fresco (gamberi, cozze, polpo, surimi), a volta somministro liofiliazzto due volte al di, Brigthwell Microvore (1 cucchiaino al giorno) e aminoacidi di Elos (una volta a settimana).
Aggiornamento a: Gennaio 2011

Benvenuti!

Apro oggi dopo una lunga meditazione questo blog dove oltre a presentare la mia vasca aggiornerò con la mia "piccola" esperienza schede su animali estratte dalle mie esperienze e conoscenze nella speranza di aiutare i tanti acquariofili sulla scelta dei loro animali.

Io mi chiamo Jader, classe '80, di Verona, lavoro come impiegato e ho da parecchio tempo la passione per l'acquario tropicale.
Il tutto però è sfociato con tre episodi fondamentali che mi hanno portato a costruire la mia prima vasca..ovvero.
1- Il padre di un mio amico, ha sempre avuto acquari tropicali, prima dolci e poi marini, quando vidi il suo marino..me ne innamorai.
2- La mia prima vacanza alle Maldive (poi..mannaggia ce ne furono altre), scoprii anche se in minima parte il reef..
3- Acquaportal e il World Wide Web..e gia internet e il Portale Italiano di Acquariofilia hanno fatto il resto, non sapevo si potessero recuperare animali cosi lontani da noi e costruirneun habitat e...fu subito amore.

Montati il mio primo nanetto 35lt, pieno di errori come ogni buon neofita, volevo fare una vasca piena di paguri (da qui la mia passione per i crostacei)...ma questa e un altra storia.

Se venite su Acquaportal mi trovate la, il mio nik è Vic Mackey, il mio personaggio TV preferito della serie "The Shield"..vi aspetto!!